Stornelli Muzio 


facebook
instagram
linkedin

Per una sanità che cambia, un professionista che si evolve!

Tel.   3479477797


facebook
instagram
linkedin

L’uso dei social media si è oramai diffuso a livello mondiale in modo esponenziale. E noi sanitari che uso

2025-04-10 17:18

Muzio Stornelli

Responsabilità professionale, Risk Management, uso social, facebook, social media, uso dei social sul posto di lavoro,

L’uso dei social media si è oramai diffuso a livello mondiale in modo esponenziale. E noi sanitari che uso ne facciamo?

L’uso dei social media si è oramai diffuso a livello mondiale in modo esponenziale.

L’uso dei social media si è oramai diffuso a livello mondiale in modo esponenziale.

Gli individui utilizzano blog, siti, social network per comunicare: sia personalmente che professionalmente con altri. La natura stessa di questo mezzo, tuttavia, può rappresentare un rischio in quanto offre opportunità di pubblicazione istantanea che lasciano poco tempo per la riflessione con l’ulteriore onere che ciò che viene pubblicato su internet sia individuabile da un Tribunale anche quando è stato cancellato da molto tempo.

Dati

Recentemente Data Reportal ha condiviso una ricerca mondiale relativa alla popolazione >16 anni. Abbiamo quindi deciso di isolare alcuni report relativi all’intera popolazione italiana:

È importante sottolineare come l’uso di internet e della tecnologia ad essa legata, abbia invaso completamente le nostre giornate. Durante la giornata passiamo, 5 ore e 39 minuti con un dispositivo, ciò significa che tale abitudine invade metà delle nostre giornate.

Lo studio si riflette inevitabilmente anche nel mondo lavorativo. L’introduzione di internet e delle app nel sistema sanitario è aumentata notevolmente.

Househ (2013) ha scoperto che l’uso dei social media tra gli operatori sanitari è in aumento.

Uno studio condotto da Eren e Cobaner (2016) ha mostrato che la maggior parte degli infermieri (80%) ritiene che l’uso dei social abbia diversi rischi. Questi rischi riguardano informazioni imprecise, comportamento non professionale, violazione della privacy del paziente e rischi organizzativi.

Quasi il 26% dei partecipanti ha affermato che è necessario una informativa o linee guida che controllino l’uso dei social media sul posto di lavoro.

Gaudin (2009) ha mostrato che il 77% dei dipendenti che utilizzano i social media durante l’orario di lavoro ha dimostrato una diminuzione dell’1,5% della produttività dei dipendenti. Questo calo di produttività è dovuto all’eccessiva navigazione e al caricamento di fotografie non correlate al posto di  lavoro.

Haith (2008) ha dimostrato che l’uso intensivo dei social media da parte dei lavoratori può trasformarsi in comportamenti di dipendenza da internet e ciò può ridurre la produttività sul posto di lavoro.

Inoltre, il bisogno spasmodico, a volte patologico di condividere in tempo reale notizie, stati d’animo risulta a volte “pericoloso”. Innanzitutto, è imperativo non menzionare i pazienti per nome o fornire informazioni o dettagli che potrebbero identificarli al fine di proteggere la privacy dei pazienti. Le linee guida ACP-FSMB (American College of Physicians e della Federation of State Medical Boards) in una delle loro raccomandazioni suggeriscono di «fermarsi prima di pubblicare un post per riflettere su come proteggere le responsabilità professionali e rispettare al meglio i pazienti».

Curiosità

A tal riguardo vogliamo, ora pubblicare una citazione ed in seguito raccontarvi una storia:

Se i comportamenti extralavorativi appartengono di norma alla sfera della vita privata del lavoratore, quando i fatti a questo imputabili siano tali da pregiudicare il vincolo fiduciario su cui si fonda il rapporto di lavoro, tali condotte possono giustificare l’esercizio del potere disciplinare datoriale, fino a determinare il licenziamento. Nessuna critica che assuma i connotati della diffamazione e si risolve in un illecito penale può consentirsi al lavoratore. «La rilevanza giuridica dell’utilizzo extralavorativo dei social network da parte del lavoratore Francesco Fameli DOI: 10.32091/RIID0002.

Storia

Jamie ha lavorato in Hospice negli ultimi sei anni e una delle sue pazienti, Maria, ha mantenuto una pagina facebook sponsorizzata dall'ospedale per tenere aggiornati amici e familiari sulla sua battaglia contro il cancro. Un giorno, Maria ha pubblicato un post sulla sua depressione. Come sua infermiera Jamie voleva fornirle supporto, quindi ha postato: “So che l'ultima settimana è stata difficile. Si spera che la nuova pillola della felicità aiuti, insieme all'aumento della dose di morfina. Ci vediamo mercoledì”.

Il sito elencava automaticamente il nome dell'utente con ogni commento. Il giorno successivo, Jamie stava facendo la spesa al negozio di alimentari locale quando un amico l'ha fermata per chiederle informazioni sulle condizioni di Maria. “Ho visto il tuo post ieri, non sapevo che ti prendessi cura di Maria spero che i nuovi farmaci aiutino con il dolore”, disse l'amica.

Questo è un esempio della violazione della riservatezza attraverso i social media: mentre Jamie aveva a cuore le migliori intenzioni di Maria, cercando di offrire le sue parole di sostegno, ha inavvertitamente rivelato informazioni su un paziente. Tutti quelli che hanno letto quel post ora sanno delle medicine di Maria e dell'aumento della morfina, violando il suo diritto alla privacy e alla riservatezza.

La storia che vi abbiamo appena raccontato è contenuta all’interno di un articolo pubblicato dal NCSBN (National Council of State Boards of Nursing, organizzazione indipendente senza scopo di lucro che rappresenta gli organismi di regolamentazione infermieristica negli Stati Uniti).

 

Conclusioni

E' indispensabile approfondire le norme, i regolamenti aziendali, i codici disciplinari, i quali, a vario livello normano i doveri dei dipendenti, soprattutto della Pubblica Amministrazione.

 

A tal riguardo all'interno del mio catalogo formativo è presente un corso che approfondisce proprio gli aspetti legati al corretto utilizzo dei Social Media da parte dei "lavoratori".

 

L'articolo (corredato da alcune infografiche Data Reportal) lo trovate anche su Linkedin

 

https://www.linkedin.com/pulse/luso-dei-social-media-si-%25C3%25A8-oramai-diffuso-livello-modo-stornelli-xflnf

PER ULTERIORI INFORMAZIONI CONTATTAMI:

info@muziostornelli.it

Per una sanità che cambia, un professionista che si evolve!